venerdì 29 luglio 2011

I Vampiri: Prove dell'Esistenza

"Ogni Legge scientifica è il relitto di un sogno mitologico"
(Friedrich Nietzsche)

Per quanto assurda possa sembrare, le leggende dei vampiri affondano le loro origini nelle agghiacianti e tetre verità, tra cupi incontri con la morte ed inquietanti coincidenze casuali.

Per la gente del XVII secolo non vi era dubbio sulla reale esistenza dei vampiri, sopratutto in una europa superstiziosa densa dei fumi dell'inquisizione e della caccia alle streghe dove religiosi, giudici, ufficiali dell'esercito e persino dottori stilavano relazioni su indagini riguardanti queste creature.

Ma il vampiro del folklore non è un carismatico ed avvenente signore della notte, bensì un familiare, un amico o un vicino di casa tornato dall'oltretomba per portare la morte. Infatti la colpa di ogni epidemia sconosciuta, che colpiva una determinata zona della città o un determinato villaggio, era di un vampiro.

Come nei racconti dell'orrore, chi viene morso da un vampiro lo diventa egli stesso ma nel folklore il vampiro succhia il sangue (o la linfa vitale) non mordendo sul collo bensì nella regione toracica appena sopra il cuore. Vi sono però altri modi per diventarlo, infatti il vampiro delle leggende è più una specie di fantasma piuttosto che una vera e propria presenza in carne e ossa. Pertanto tutti coloro che muoiono di morte violenta o sotto un peccato di immense proporzioni sono candidati ideali per diventare "nosferatu" ovvero non-morti.

Ma che prove avevano degli uomini di scenza, letterati e filosofi per credere nell' esistenza dei vampiri?

 L'indagine portava spesso a trovare il cosidetto "vampiro originale" che andava eliminato prima dei vampirizzati. ma quando si apriva la bara lo spettacolo era macabro e terrificante.

  1. Il corpo spesso non era in evidente stato di decoposizione anche dopo numerosi mesi dal decesso
  2. Le unghie delle mani e dei piedi si staccavano per fare spazio a quelle nuove
  3. Dalla bocca e da varie parti del corpo uscivano rivoli di sangue fresco
  4. Una volta conficcato il palettto di frassino nel cuore usciva un rivolo di sangue dalla ferita e un rantolo dalla bocca
Ovviamente anche i "figli" del vampiro originale teneva gli stessi sintomi.
Ora che abbiamo tutti i dati possiamo procedere a fare i calcoli...

Arriva un'epidemia nel villaggio, qualcuno dice di aver visto mio zio camminare in giro per il villaggio... ehi... ma mio zio è morto da circa sei mesi...
Iniziano piano piano a morire i nostri parenti di una mallattia spesso febbricitante...
Ecco lo sapevo, ho un vampiro in famiglia e, sfortuna vuole, non sia io...
DADADADADADADADADA batZman DADADADADADADADADADA sbam PAM etc etc

Arriva l'ufficiale governativo e, dall'alto della sua esperienza, capisce che è un semplice caso di vampirismo.
Dopo aver disotterrato il corpo del povero zio Ignazio notano i punti sopraindicati.

E dopo questo piccolo escursus umoristico spieghiamo perchè zio Ignazio non è un vampiro ma solo un morto.
  1. Sotto terra la presione ed il fatto dentro una cassa l'aria non scorre fa sì che la decomposizione avviene più lentamente e dopo sei mesi il corpo sembra ancora intatto
  2. Dopo la morte il corpo continua a far crescere unghie e capelli per ancora diverso tempoma non essendoci più la presa di molte cellule capita che alcuni pezzi pesanti come le unghie si staccano
  3. Consideriamo il fatto che i morti erano tutti affetti fa malattie febbricitanti quindi con pressioni sanguigne elevate, abbiamo un cedimento dei tessuti dovuti alla morte, una decomposizione rallentata ed una temperatura bassa. da bozzi pori e ferite è normale che del siero esca non essendoci più il fattore rigenerante.
  4. Il paletto viene appoggiato sul cuore e poi conficcato con un martello, magari con un colpo secco, la propagazione del colpo comprime la cassa toracica  e fa uscire un rimasuglio d'aria intrappolato nei polmoni facentolo passare dalla gola e le corde vocali facendolo sembrarfe un rantolo

Spero di non avervi annoiato con questo noioso articolo ma di avervi aperto una nuova chiave di lettura del mondo.

Se non avete idea su cosa postare, rispondete ai quesiti o fatene uno voi. 

Quesiti
  • C'è la possibilità, secondo voi, che anche altre creature rese mostruose dall'immaginario collettivo esistano davvero o che siano una erronea visione del mondo?
  •  Al giorno d'oggi s'è persa la consapevolezza che il vampiro in realtà è un "morto che cammina" e che quindi un tempo era umano. Secondo voi, la paura di una creatura dotata della nostra stessa intelligenza ma impossibile da battere, perchè più forte o con poteri magici superiori, hanno peso nella figura del vampiro?
  • Secondo voi la lettura scientifica del mondo e delle credenze lascia spazio alla fede o la distrugge rendendola certezza, quindi togliendo la misticità a ciò che noi non capiamo. cercando la risposta più conveniente e, a volte,sbagliata?

Osculum Sanguinis
Penna

martedì 26 luglio 2011

I Vampiri: Introduzione

« Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto.»
(H.P. Lovecraft, Supernatural Horror in Literature)


La paura non è un sentimento facile da far provare ad una persona, anzi è forse uno dei più complessi perchè ha bisogno dell'eliminazione del fattore "ragione" dalle opzioni del nostro cervello.

Nel cinema le luci,i suoni e le musiche aiutano ad accrescere la tensione comprimendo lo spettatore in una situazione interiore di oppressione, ma nella letteratura la cosa è più difficile.

Edgar Allan Poe, ad esempio, nei suoi racconti dell'orrore promuove una visione nera e cupa richiamando incarnazioni della paura (si veda "il corvo") oppure attraverso le tenebre della mente umana (si veda "il cuore rivelatore"), ma il vero genio dell'orrore è nato in una piccola cittadina del Rhode Island chiamata Providence.

Eh si... Howard Philips Lovecraft è riuscito ad intrecciare la fantascienza con l'horror facendo diventare delle creature aliene, talmente orrende da non poter essere descritte, le divinità macabre delle ere preistoriche anticipando di settant'anni le più innovative teorie ufologiche e di criptozoologia.

Ma cosa fà davvero paura all'uomo?

Come diceva H.P. Lovecraft la paura più grande che proviamo è quella verso ciò che non conosciamo e cosa c'è di più ignoto della morte?
Infatti da sempre l'uomo crea storie incredibili e sublimi, come ad esempio il mito di Titone, amante della dea Aurora che gli donò l'immortalità ma si dimenticò dell'eterna giovinazza, così il povero ragazzo è costretto ad invecchiare senza poter mai morire, ma anche di storiie inquietanti come quella dei vampiri.

Nella tradizione popolare dell'Europa i vampiri non sono i principi delle tenebre che vediamo nei film ma bensì dei fantasmi simili a cadaveri putrescenti che volavano fuori dalla loro tomba tormentando i loro cari ancora in vita portando loro malattie e disgrazie.

Queste a noi possono sembrare pure superstizioni eppure, per la gente del diciasettesimo secolo, l'esistenza dei vampiri era senza alcun dubbio reale.
continua...


Quesiti
  • Qual'è la vostra paura più grande?
  • Per voi i vampiri sono una personificazione delle paure più inconsce dell'uomo o una moda del momento?
  • Secondo voi ci sono ancora persone che credono fermamente nell'esistenza dei vampiri?
Se non avete idea su cosa postare, rispondete ai quesiti o fatene uno voi.

Osculum Sanguinis